Marc Lichte è adorabilmente maniacale: si accontenta solo della massima perfezione. I suoi parametri di performance ed estetica si potrebbero tradurre nel linguaggio di Audi come una ricerca costante dell’avanguardia della tecnica e del design. La vela e il design automobilistico sono i due punti chiave della vita di Lichte. E il caso ha voluto che fosse il desiderio incondizionato di possedere una barca a portarlo al suo primo impiego come designer d’auto.
All’inizio dei suoi studi di transportation design al Politecnico di Pforzheim fu indetto un concorso che metteva in palio un premio di 25 000 marchi. Per un anno intero Lichte si buttò a capofitto nella progettazione del suo concept corredato di modello. «Volevo quei soldi – e soltanto per comprarmi una barca». La sua caparbietà fu ricompensata: Lichte vinse il concorso e si concesse la sua prima barca a vela, lunga ben sette metri. Ciò che allora non gli parve affatto importante era che la giuria si componeva di designer dei principali marchi automobilistici. Avendo destato la loro attenzione, ottenne presto il suo primo importante incarico.
Marc Lichte si ritira in cabina per ricomparire poco dopo con un abbigliamento tecnico resistente alle intemperie. Il display dell’anemometro segna da 22 a 27 nodi: un bel 6 nella scala Beaufort. Condizioni perfette per veleggiare. Il porticciolo è situato in posizione strategica nella baia di Kiel: se c’è poco vento ci si può spingere in mare aperto, se la brezza è più forte come oggi l’ideale è restare al riparo nel fiordo di Kiel. Lichte prepara le vele, accende il motore per salpare e ritira i primi parabordi. Conduce con abilità la barca fuori dal porto e la espone al vento per issare le vele. Con rapide occhiate in varie direzioni verifica in modo mirato e costante che le vele abbiano un assetto ottimale, osserva le raffiche sul pelo dell’acqua e mantiene lo yacht sulla rotta migliore con piccoli movimenti.