Quali sfide ha dovuto affrontare nel progettare virtualmente questa concept car?
Nel complesso la progettazione è risultata abbastanza fluida, si sono presentati solo alcuni piccoli problemi. Ad esempio, volevamo che un bordo sul paraurti posteriore di Audi skysphere fosse ben visibile. Nella realtà virtuale il bordo appariva molto pronunciato, mentre è risultato poco visibile una volta prodotto. Cose del genere possono accadere, ma non rappresentano grosse problematiche. Ogni volta che creiamo un nuovo set di dati, possiamo imparare da questi piccoli errori e regolare il nostro processo di conseguenza.
La progettazione esclusivamente digitale è adatta solo per le concept car o anche per veicoli di serie?
Il processo digitale funziona in entrambi i casi. Per le auto di serie dedichiamo più tempo ai modelli in argilla poiché il loro sviluppo comporta complessi parametri di fattibilità e di produzione di massa, che influiscono inevitabilmente sulle superfici di progettazione. Questa parte del processo può essere valutata meglio su un modello, in quanto i cambiamenti sono numerosi e quasi impercettibili. Tuttavia, il processo digitale è praticamente identico, così come i vantaggi: guadagniamo tempo e risparmiamo denaro.
Ricordo che, all'inizio della mia attività come designer, lavoravamo sugli schizzi per molti mesi, prima di essere selezionati e avere la possibilità di lavorare su un modello in scala. Oggi è molto diverso: si realizzano schizzi solo per un paio settimane prima di scegliere quali temi di progettazione saranno sviluppati in CAD. Anche questo passaggio richiede solo un paio di settimane a seguito delle quali si possono già confrontare i diversi disegni in VR 3D o farli fresare in scala reale in argilla se necessario.
Questo è il punto di forza del processo digitale.
Quali sono i vantaggi o gli svantaggi del processo virtuale in termini di progettazione incentrata sulla persona?
Un processo di progettazione digitale, di per sé, pone la persona al centro dell’idea, poiché nel mondo virtuale è possibile simulare, ad uno stadio iniziale, il tipo di esperienza che il veicolo offrirà. Ciò avviene, ad esempio, collocando l'auto nel suo ambiente naturale, applicando materiali sulle superfici esterne e interne e proiettando l'interfaccia digitale sugli schermi. Pertanto, in questa fase noi designer sperimentiamo il veicolo esattamente per come lo vivrà cliente.
Quando ero un giovane designer in Volkswagen, solitamente rivestivamo gli interni dei modelli di argilla in scala 1:1 con i materiali reali. Addirittura, il legno che usavamo era dipinto a mano da un artista che precedentemente si occupava di restauri di chiese in Italia. Era un lavoro enorme. Oggi, invece, i designer possono presentare i loro progetti in forma digitale, includendo a priori tutti i materiali, i dettagli, gli ambienti e le illuminazioni, riuscendo a generare effetti realistici. È incredibile ciò che riescono a produrre in poco tempo. Questo processo è stato particolarmente utile per lo sviluppo di Audi skysphere, in cui si trattava di differenziare due esperienze distinte in un’unica auto. Lavorare in maniera digitale ci ha aiutato molto in quel caso.