Il funzionamento di questa tecnologia è estremamente intelligente e user friendly: se chi li indossa si guarda intorno nell’abitacolo, ogni cosa resta ancorata al suo posto. Gli elementi dell'interfaccia utente che consentono diversi comandi rimangono inattivi. Solo quando uno degli elementi viene fissato con gli occhi, il sistema percepisce interesse e attivandosi viene incontro virtualmente all’utente per poter essere utilizzato nell'abitacolo con un gesto. Un esempio concreto? Il cosiddetto Audi dimensions anchor-point nella portiera di Audi activesphere concept¹ è presente come elemento fisico. Se vi si posa lo sguardo, inizialmente il sistema registra l'interesse e mostra, per esempio, la temperatura attuale nell'abitacolo. Se si mantiene lo sguardo fisso più a lungo, si avvia l'interazione: l'elemento dell'interfaccia utente viene incontro all'utente e può essere utilizzato in modo virtuale. Quando il task è stato completato, scompare dopo pochi secondi o, in alternativa, è possibile far sparire il contenuto con un movimento della mano riportando l'elemento dell'interfaccia utente in modalità riposo. Quindi non esistono solo elementi fisici sovrapposti con i comandi tridimensionali, ma anche un'interfaccia utente intelligente e basata sul contesto, disponibile in modo flessibile nell'abitacolo, che può essere utilizzata in modo semplice e comodo. Audi dimensions pone al centro l'utente e ne comprende le esigenze.
Se in Audi activesphere concept¹ ci si siede sul sedile anteriore a sinistra, il volante è nascosto, risultando invisibile. Se si passa alla modalità di guida, il volante viene fuori e i contenuti dell'interfaccia utente si adattano di conseguenza alle esigenze della guida manuale. Christina spiega: "Anche nella navigazione, non solo si clicca in modo classico su un'icona, ma si può anche interagire in modo tridimensionale con la mappa di navigazione. Ci sono diversi livelli di informazione che si sviluppano gradualmente a seconda degli interessi".
Se ci si allontana dal veicolo per spostarsi nella natura, ad esempio in mountain bike o sugli sci, continuando a indossare gli occhiali si ottengono informazioni rilevanti, come reti di sentieri, pendenze o avvertenze di visibilità limitata.
Jan aggiunge: "Per la prima volta non ci limitiamo a fare in modo che si possa interagire con una tecnologia così avanzata nel veicolo, quindi controllando le sue funzioni, ma andiamo ben oltre. In definitiva, la vettura è una piattaforma digitale di realtà mista pronta a tutto ciò che ci aspetta in futuro: salgo in auto e la utilizzo con tutte le funzioni del visore in modo del tutto naturale. Scendo dall'auto e svolgo le mie attività, come sciare o andare in bici, e anche in questo gli occhiali mi aiutano. Il veicolo è il mio compagno di sempre che rende possibile questa esperienza senza problemi". L'auto del futuro è integrata nell'ecosistema digitale e arricchisce il mondo reale con contenuti virtuali dinamici in base al contesto.